A circa 25 chilometri dalle nostre case vacanza si trova l’Abbazia di San Giovanni in Venere, una delle più importanti testimonianze di architettura benedettina conservatisi in Abruzzo. Sorge su un promontorio (a quota 107 metri sul livello del mare) a nord-est di Fossacesia, dal quale si gode di un meraviglioso panorama che abbraccia il golfo di Venere, la foce del fiume Sangro e la Maiella. Il complesso monastico è composto da una chiesa a pianta basilicale e da un monastero con chiostro centrale, oltre che da un’ampia area circostante.
Fondata secondo la tradizione sulle rovine di un tempio ottagonale fatto erigere dalle popolazioni frentane in onore della Venere Conciliatrice (da cui il nome San Giovanni in Venere), la chiesa venne riedificata, con il monastero, nel 1015, grazie a Trasmondo II, conte di Teate (Chieti), il cui corpo è seppellito nella cripta. Il suo aspetto attuale è dovuto però alle trasformazioni apportate tra il 1165 e il 1204 dall’abate Odorisio II e a quelle successive, compiute tra il 1225 e il 1230 dall’abate Rainaldo. Nel periodo di massimo splendore, l’abbazia controllava una quantità di territori davvero notevole, estesi anche alle Marche, alle Puglie, alla Romagna e alla Dalmazia. Dichiarata monumento nazionale nel 1881, attualmente ospita una comunità di Padri Passionisti.
Esternamente la chiesa si presenta con blocchi di arenaria nella parte inferiore e mattoni in quella superiore. La facciata è impreziosita dal portale principale, detto Porta della Luna perché, durante il solstizio d’estate, è raggiunto dalla luce del sole al tramonto che illumina il presbiterio e la cripta. Sul portale, in altorilievo nella lunetta, sono raffigurati Cristo, la Vergine e il Battista mentre nelle decorazioni dei pilastri sono visibili scene ispirate al Vecchio e Nuovo Testamento. La Porta del Sole è invece rappresentata dalle aperture presenti nelle absidi, che durante il solstizio d’inverno vengono attraversate dai raggi solari. Sul lato sud si trovano il portale delle Donne (ingresso laterale) ed il campanile mozzato.
L’interno della chiesa, in stile cistercense, è diviso in tre navate sorrette da dodici pilastri e archi a sesto acuto e a tutto sesto. Purtroppo degli affreschi che un tempo ornavano le pareti non restano che poche tracce. Presenta un presbiterio sopraelevato, incorniciato da un monumentale arco trionfale, al di sotto del quale si trova la cripta, in cui fanno bella mostra di sé delle colonne di epoca romana, appartenenti all’antico tempio di Venere. La cripta è decorata da affreschi di elevata qualità raffiguranti Cristo benedicente e la Vergine in trono, realizzati nel XIII secolo da anonimi pittori, forse della bottega dell’artista romano Jacopo Torriti.
Di notevole interesse è anche il luminoso chiostro duecentesco. Parzialmente ricostruito tra il 1932 e il 1935 sulle tracce della struttura originaria, è accessibile dall’ingresso del convento o attraverso il portale della navata di sinistra della chiesa. Il chiostro corre per tre lati che si congiungono al grande arco gotico del campanile sotto la cui campata è posto un sarcofago romano. Sebbene sia stato oggetto nel tempo di vari interventi, conserva ancora oggi il suo fascino e la sua bellezza.